Polesine

Il quattrino – La Polesina – “Tera” e “Aqua” – Terra da amare

Il quattrino

La Vetreria ha creato una serie di opere a tiratura limitata ispirata al tema del quattrino.

Alcuni cenni storici

Nel 1487, sotto la reggenza del provveditore Giovanni Marcello, la Repubblica fece coniare una piccola moneta celebrativa dell’annessione. Risulta che la dominante fece battere nella zecca di Venezia dei quattrini (cioè monete simili per il peso di metallo e valore di denaro) recanti l’effigie di S. Bellino, per avere corso nel nuovo possedimento “Polesine”. Si trattava di monete in misura metallica a base d’argento, del valore appunto di un quattrino del diametro di cm.1,5 e del peso di gr. 038, così effigiate. Si conoscono cinque varianti di tale moneta, con differenze di effigie e di peso quasi impercettibili.

Nel recto: mezza figura del Santo nimbato, col pastorale e benedicente. Iscrizione: S. BELLI. RODIG. Nel verso: Leone di San Marco. Iscrizione: S. MARCUS. VENETI

 

La prima di queste opere è una formella in vetro di 30×30 cm, in cui sono riprodotte a rilievo le due facce della moneta: il San Bellino e il Leone di san Marco.

La seconda opera è una piccola scultura da tavolino realizzata a rilievo su una formella di 12×12 cm, montata inclinata su una base in vetro tagliato a spacco. Sulla formella circolare del quattrino, a rilievo è rappresentata la figura di San Bellino.

La Polesìna

In collaborazione con la grafica designer Laura Ferraccioli, la Vetreria ha realizzato la serie “Polesine“, composta da alcuni pezzi in vetro, sabbiati e smaltati.

Si tratta di piccole sculture in vetro tagliato a spacco, fermacarte a forma quadrata o circolare con incisi e dipinti gli elementi simbolici del Polesine. Tra questi, la figura più rappresentativa è la Polesìna, figura femminile caratterizzata da vari elementi simbolici della terra polesana: l’acqua che sgorga dalla mano destra, a cui si allude anche nella coda di Sirena; la terra, intesa come campagna simboleggiata dalla spiga di grano e dai papaveri in testa; la palude, interpretata attraverso la canna palustre che tiene, come uno scettro, nella mano sinistra; il cielo raffigurato nelle ali, che alludono anche al patrimonio avifaunistico del delta del fiume Po.

“Tera” e “Aqua”

Dedicata a una delle liriche più rappresentative e famose del Polesine scritta da Gigi Fossati, “Tera e Aqua” è interpretata in una stele in cui sono rappresentati il maschile, “Tera“, e il femminile, “Aqua“, l’uno con la spiga intesta e il forcone in mano, l’altra con il ciuffo a forma di onda, gli stivali e un remo in mano.

Terra da amare

La scultura interpreta gli elementi principali polesani, la terra e l’acqua, in un’immagine fiabesca giocando sul binomio maschile-femminile.

L’uomo sulla destra ha una corona di reti, i capelli suggeriscono il mare, la barba evoca il fiume che lambisce il volto della donna e, con le sue gocce, ne genera il sorriso. Il sopracciglio è una barca. La donna sulla sinistra ha nei capelli la campagna polesana, la testa coronata da spighe dorate e il sopracciglio è l’ala di un gabbiano.